Tra l'estate e l'autunno del 1800 compose l'ode A Luigia Pallavicini caduta da cavallo, dedicata a una nobildonna genovese rimasta ferita al volto dopo una caduta da cavallo sulla scogliera di Sestri Ponente. Dopo la vittoria napoleonica gli vennero dati numerosi incarichi militari, che lo condussero in varie città italiane, tra le quali Firenze dove s'innamorò di Isabella Roncioni, già promessa sposa, che contribuirà a ispirargli, con Teresa Pikler, il personaggio di Teresa nell'Ortis.[86]Nel 1801 Foscolo si recò nuovamente a Milano dove accolse, nel mese di giugno, il fratello più giovane, Giulio, che gli era stato affidato dalla madre e lo avviò alla carriera militare (Giulio finirà suicida in Ungheria nel 1838). Il 23 luglio, dopo essersi più volte lamentato perché non riceveva regolarmente la paga militare, inviò al Ministro una lettera nella quale presentava le dimissioni, che però non furono accolte. In compenso ottenne la paga di capitano aggiunto, passando in tal modo nel 1802 al servizio della Repubblica Italiana, e dal 1805, dopo la proclamazione di Napoleone a imperatore nel 1804, del Regno d'Italia, con l'incarico di compilare una parte del Codice militare.[87]
Nell'anno e mezzo francese Foscolo fu anche a Calais, Lilla e Boulogne-sur-Mer, dove i vari incarichi militari lo chiamavano. Il 20 marzo 1805 diventò capo di battaglione delle truppe italiane.[104]
La Straniera Umiliazioni Italiane Vol 1
Voci in Massimo Arcangeli (a cura di), Peccati di lingua. Le 100 parole italiane del Gusto [direzione Massimo Arcangeli, vicedirezione Alessandro Aresti, coordinamento editoriale Giovanni Battista Boccardo, Sara Fabrizi, Vera Gheno, Rocco Luigi Nichil, Claudio Nobili, Fabio Ruggiano], Soveria Mannelli (CZ), Rubbettino / Roma, Società Dante Alighieri, 2015, [ISBN 978-88-498-4633-1]:
Il disagio che nasceva da questa situazione doveva influire in larga misura sugli atteggiamenti successivi di Mussolini e sui rapporti italo-tedeschi durante la seconda metà del 1940. A tale proposito, il materiale qui pubblicato fornisce degli interessanti elementi di valutazione, specie per quanto riguarda la politica seguita dal capo del Governo fascista nei confronti della Francia e la sua azione nel settore danubiano-balcanico. Le vittorie tedesche ,sul fronte occidentale, se avevano fatto s,cegliere la via dell'intervento, fa,cevano anche sorgere la giustificata preoccupazione di vedere l'Europa del futuro interamente dominata dalla Germania. È caratteristico il fatto che, al momento stesso dell'entrata in guerra, Mussolini si inducesse a ricereare un contrappeso all'egemonia tedesca sia avvicinandosi all'Unione Sovietica -con la quale venivano ristabiliti normali rapporti diplomatici e prospettata addirittura la possibilità di un'intesa -sia evitando di umiliare la Francia con condizioni di armistizio troppo onerose per lasciarsi aperta la possibilità di una futura collaborazione con Parigi. Tipica al riguardo la decisione, spontaneamente presa da Mussolini, di non insistere sulla riehiesta, approvata da Hitler a Monaco il 18 giugno, per includere l'occupazione della Corsica, de1la Tunisia, di Gibuti e della riva sinistra del Rodano nelle condizioni di armistizio. Verso la Francia, tuttavia, questo atteggiamento doveva mutare non appena cominciò a profilarsi l'eventualità di una collaborazione franco-tedesca, che, oltre a rimettere in discussione le rivendicazioni italiane, avrebbe potuto anche minacciare la posizione dell'Italia come principale alleata della Germania.
Ancora il timore dell'egemonia tedesca va considerato all'origine dei progetti balcanici di Mussolini durante questo periodo. La certezza che, una volta conclusa vittoriosamente la guerra, Hitler avrebbe esteso a tutta la Penisola balcanica l'influenza esclusiva della Germania, indusse Mussolini a concepire l'idea di mettere sotto controllo quelle zone di: più diretto interesse per l'Italia. I progetti di attacco alla Jugoslavia ed alla Grecia furono bloccati per due volte dal veto di Hitler che desiderava mantenere la pace nei Balcani, per non turbare alcune fonti di rifornimento preziose per la Germania. La notizia che i tedeschi intendevano garantirsi la disposizione dei .petroli romeni con l'invio di contingenti militari in Romania, appresa da Bucarest e confermata a Berlino, dopo un inutile tentativo di affiancare forze italiane a quelle tedesche, indusse Mussolini a dare il via al progetto di attacco contro la Grecia, accantonato nell'agosto, come mezzo per ristabilire l'equilibrio turbato dall'iniziativa di Hitler. Com'è noto, le operazioni contro la Grecia si risolsero in un insuccesso totale, dovuto, come conferma il materiale qui pubblicato, alla convinzione, raggiunta da Mussolini sulla base delle indicazioni avute dai suoi collaboratori, che l'impresa si sarebbe risolta sul piano politico più che su quello militare. Le conseguenze di questo errore furono di una gravità estrema fino a comportare la completa subordinazione dell'Italia alla Germania nella condotta politica e militare del conflitto. E ciò a prescindere dalla grave macchia morale costituita dall'ingiustificata aggressione contro un Paese vicino, piccolo eppure ricco delle più alte tradizioni civili. La pubblicazione di questo materiale, oltre alle consuete finalità storiche, vuole altresì suonare condanna dell'aggressione e servire di ammonimento affinchè ognuno possa rendersi conto di come si sia potuto giungere a tanto.
Nell'informarmi che Madrid aveva concordato con Parigi e Londra nomina amministratore spagnolo Tangeri, Alto Commissario mi ha detto oggi, preoccupandosi possibili incidenti in quella Città tra le collettività italiane e franco-inglesi, aveva proposto suo Governo che al primo incidente zona internazionale venisse occupata a titolo provvisorio da forze militari spagnole.
È già in vigore la legge sulla protezione antiaerea. Occorrono i fondi da me richiesti (due milioni di: lire italiane) per provvedere alle più urgenti necessità. Intanto ho anticipato all'apposito Comitato mezzo milione di lire.
Parlandogli della situazione della Romania e delle relazioni con l'Italia, il Sovrano, a quanto il Senatore Puricelli mi ha rifer1to, ha detto c che, .specie in seguito agli ultimi avvenimenti nel campo militare, l'azione della Germania diviene più pressante; che, pur senza precise indicazioni od impegni, la diplomazia tedesca continua a dare assicurazioni circa la Russi'a e a ritenere che modesti compensi saranno in avvenire sufficienti per l'Ungheria; che data la situazione, la Romania si viene necessariamente vieppiù avvicihando al Reich; che essa sarebbe peraltro desiderosa che il suo riavvicinamento all'Asse avvenisse anche e sopratutto attraverso l'Italia, e gradirebbe a tal uopo conoscere le indicazioni e le direttive italiane in questo settore sia per il presente che per l'avvenire .
Il capo del Governo portoghese mi ha allora ripetuto che egli aveva fidato sino a ieri nell'azi'one del Duce per salvaguardare la pace nel Mediterraneo. Capiva in fondo che la nostra decisione mirava a ricongiungere l'Etiopia alla Libia attraverso il Sudan. Interpretava in questo senso le parole del Duce sulla necessità per un popolo libero di affacciarsi sull'Oceano. Quanto alle porte del Mediterraneo anche se avessero dovuto cambiare di padrone e passare Gibilterra alla Spagna e Suez ,all'Egitto esse restavano sempre in mani straniere e la situazione geografica dell'Italia chiusa nel Mediterraneo non avrebbe potuto radicalmente cambDare che se tutte e due o almeno una di queste porte avessero potuto passare in mani italiane.
Ho risposto a Salazar che non occorreva dar troppo corpo a fantasmi allucinanti di certa propaganda straniera. Il Duce era entrato nella guerra col programma da lui sostenuto per oltre un ventennio di riorganizzare l'Europa su nuove basi. L'idea che Hitler potesse diventare il Moloch di domani prescindeva dal fatto che uno dei grandi costruttori della nuova Europa sarebbe stato anche il Duce e che questi non aveva mai rinnegato il suo abito di grande latino e di cittadino. Una nuova civiltà sarebbe sorta da questo spaventevole dramma ma essa non avrebbe portato solo il sigillo di Hitler ma anche e sopratutto il segno di Mussolini che era il padre spiri.tuale delle nuove correnti politiche e sociali che avrebbero riformato il mondo.
I servizi pubblici furono subito ripristinati, i cinema e i ritrovi notturni riaperti, obbligo tuttavia anche ora di rientrare alle ore 23 di sera, salvo coloro che sono in possesso di un permesso speciale. Di più moLtissime macchine furono requisite, escluse le italiane. Occorre però un permesso di circolazione del Comando.
Siamo quindi venuti a parlare delle aspirazioni italiane. Egli mi ha chiesto che cosa noi reclamavamo dalla Francia. Premettendo che parlavo a titolo puramente personale, riservando ogni richiesta forma[e al Duce, ho detto che consideravamo richieste minime: Nizza, la Gol'Sica, la Tunisia, la Somalia francese. Ho escluso la Savoia, che essendo al di fuori della cerchia alpina non viene da noi considerata territorio italiano, mentre si considera territorio nazionale tutto quanto è compr.eso nella cerchia alpina. Ribbentrop ha sottolineato con molto interesse questa enunciazione di principio. Ho anche parlato dell'Al,geria e del Marocco facendo presente il bisogno italiano di avere runo sbocco all'Oceano.
382. -Problema successione Indocina sorto da sconfitta francese agita da 48 ore opinione pubblica giapponese. Come segnalato da Stejani questa stampa ha rivelato ieri che Governo giapponese aveva incaricato suoi rappresentanti Roma e Berlino fare una comunicazione circa Indocina a Governo italiane e tedesco della quale stampa indicava anche contenuto (1).
Weizsaecker ha manifestato il più vivo interesse per il contenuto del messaggio stesso ed ho avuto impressione Che egli ne sia stato favorevolmente sorpreso. Non ho mancato pertanto illustrare ragioni delle limitate richieste italiane in questa prima fase trattative. Mi ha dichiarato rendersi conto di quanto sopra e mi ...... (2) che avrebbe provveduto ad HLustrare a sua volta tali ragiond a Ribbentrop. 2ff7e9595c
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